L’inserimento alla scuola materna è come un film. I protagonisti? I bambini ovviamente. E il tuo piccolo che personaggio è? Per tutti quei genitori che hanno iniziato questa avventura. Per riderci anche un po’ su.

Trascorri mesi e mesi a pensare che bello sarà quando tua figlia comincerà a frequentare la scuola materna. Trascorri mesi e mesi a prepararla a questa nuova avventura, inventando racconti, sfoderando aneddoti di quando eri bambina, leggendole libri a tema. Poi arriva il momento e all’improvviso vieni catapultata in quella centrifuga di emozioni che si chiama inserimento. Ed assieme all’anno scolastico inizia anche il tuo film: “Paura e delirio alla materna”.

In questo film la cui trama si snoda intorno al temuto inserimento alla scuola materna ci sono venticinque piccoli attori dalle notevoli capacità interpretative, altrettanti genitori in balìa dei suddetti, due imperturbabili maestre che quando le guardi ti domandi: «Come cavolo faranno a badare a tutti questi nani impazziti, se io faccio fatica con una sola?». Durante le riprese si delineano spontaneamente i ruoli di ognuno e vengono individuati i protagonisti indiscussi di questa fantastica opera corale.

Tra i protagonisti c’è Russel Crowe come lo ricordiamo nel colossal “Il Gladiatore”. Lui è scoppiato in lacrime per primo e al suo segnale ha scatenato l’inferno. Eh sì. Perché appena la miniatura di Massimo Decimo Meridio ha iniziato a singhiozzare, ha innescato una reazione a catena per cui altri cinque o sei bambini si sono messi a piangere di colpo. Le sue urla sono state una detonazione. I bimbi sono entrati nel panico e hanno messo in moto il cervellino con pensieri tipo questi: «Oh-mmmio-Dddio dove stanno andando le mamme e i papà?», «Qua ci vogliono fregare!», «Nessuno tornerà più a prenderci!», «Non ci resta che piangere!».

Un altro protagonista del film è Mario Merola, ossia quello che “le mamme so’ pezzi e’ core”. Lui parte con parole piene d’amore verso la madre e la guarda con occhioni sgranati e lucidi. Lui ti fa una tenerezza infinita e le sue urla di dolore farebbero vacillare anche il genitore più imperturbabile. Il piccolo Merola deve essere praticamente staccato dalle gambe della mamma. Non molla, strepita, scongiura di non lasciarlo, riuscendo a toccare livelli epici di pathos.

In questo grande cast è presente anche Carlo Verdone nel ruolo di Furio in “Bianco, Rosso e Verdone”. Un bambino sapientino perfettamente a suo agio nella classe, che saluta la mamma con una tranquillità disarmante. Il dialogo tra il bimbo e sua madre è più o meno questo: «Mamma tu mi adori?». «Sì». «E allora lo vedi che la cosa è reciproca?». Furio saluta la sua Magda con un serenissimo: «Ciao mamma!». E aggiunge: «Ricordati di comprare quattro uova e la pancetta, che stasera preparo una bella carbonara per tutti!».

Ultima stella in questo fantastico parterre di attori è Buster Keaton, il piccolo clone di uno dei più grandi personaggi del cinema muto. Buster junior è quello che non emette un fiato, che entra in classe, si mette a giocare e manco ti saluta. Buster è il personaggio che divide di più. O riempie di orgoglio il genitore o riesce a farlo sentire veramente inutile, a seconda della sensibilità di ciascuno. Io lo apprezzo molto. Anche perché sono mamma di un’interprete dalla vena drammatica (ha studiato recitazione seguendo il metodo Stanislavskij), in grado di piangere per ore e rendere il momento del distacco una vera tortura. La sua performance artistica ovviamente è quella da Oscar.

Antonella Larotonda